La nonna racconta… Natale d’altri tempi (1893… circa)

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(dal web)

 

A mezzanotte, ieri, come una di quegli elfi aiutanti di Babbo Natale che impacchettano in serie i regali, stavo finendo di fare i miei pacchettini (e pacchettoni) alla piccola, con la carta regalo rossa di Topolino. Li ho messi tutti in uno scatolone destinato ad esser nascosto in cantina, e mentre li guardavo, così… tanti, così rossi, così invitanti… mi sono ricordata di una storia della mia bisnonna che narrava sempre ai suoi nipotini da piccoli (cioè a mia mamma e ai miei zii).
Un racconto che era tutto all’opposto, di quando non si aveva niente e i sogni non si realizzavano nemmeno a Natale.
Per fortuna, la mia bisnonna aveva un grandissimo senso dell’umorismo che traspare dai suoi racconti!

«Poteva essere il 1893, quando la mia bisnonna Carolina aveva 7 anni.
Carolina (Caröela) era figlia di Savina e Giuanìn, ed era l’ultima di 12 figli. Vivevano in un campagna, e facevano i “paisàn”, cioè i contadini stipendiati.

La nonna aveva un’amichetta della sua stessa età, la figlia del padrone, che aveva delle bambole magnifiche, mentre lei aveva solo bambole di pezza.

Le scale delle due rispettive case scendevano in cortile sullo stesso pianerottolo, divise da una rete.

Il giorno di Natale le due bambine scendevano contemporaneamente ciascuna la propria scala: Caröela mostrava all’amica una bambola di pezza ricucita e malvestita, mentre l’altra mostrava una magnifica bambola con il viso di porcellana e un vestito di pizzo.

La nonna avrebbe voluto sparire, tanta era la vergogna di mostrare all’amica uno sgorbio simile.
Poi passarono i mesi, e, avvicinandosi ancora il Natale, Caröela chiese all’amica di farle imparare le sue orazioni, pensando che nelle sue vi fosse qualcosa di sbagliato.

Trascorsero la novena a recitare a Gesù Bambino le stesse identiche preghiere, e la sera prima di addormentarsi sotto le fredde coperte al buio, la nonna Caröela le ripeteva ancora una volta per maggior sicurezza.

Mai aveva aspettato con tanta ansia la mattina di Natale sperando nel miracolo: ma a lei toccò ancora la bambola di pezza tutta rabberciata, mentre all’altra ne toccò una con uno straordinario vestito rosa, e per di più con un ombrellino. Confrontarono ancora una volta le orazioni, ma non c’era nulla di sbagliato.

Aveva sbagliato ancora Gesù Bambino, ma contro questa fatalità non c’era nulla da fare, e bisognava rassegnarsi… 🙂 »

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…come mi immagino il Natale d’altri tempi… (da web)

 

 

 

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5 risposte a La nonna racconta… Natale d’altri tempi (1893… circa)

  1. tiptoetoyourroom ha detto:

    Io questa storia la conoscevo già, ma qui sul blog credo sia la prima volta che compaia. Non mi ricordavo che la tua bisnonna si chiamasse Carolina. Anch’io avevo una bisnonna Carolina e di recente ho scoperto che le statuine più vecchie del mio presepio, quelle in gesso come la Madonna e San Giuseppe, erano sue. Le regalò a mio padre perché a lui piacevano molto queste cose. Ed oggi le ho io.
    La bisnonna Carolina ho fatto in tempo a conoscerla di sfuggita, proprio il giorno di Natale. Avrò avuto uno o due anni e me ne ricordo ancora. Con la mamma e il papà ero andata al ricovero a trovarla, ma fino all’anno scorso ho sempre pensato che quella fosse la bisnonna Emma e che con lei ci fosse anche il marito, il bisnonno Pietro. Invece era là da sola, con tanti altri vecchietti come lei. E chissà come dev’essere stata felice che Gesù Bambino le avesse portato me in dono…
    Adesso mi sa che copio da qualche parte quello che ti ho scritto e ne faccio un post natalizio. Ti spiace? Non credo, anzi: grazie di avermi suggerito i miei auguri.
    Un fortissimo abbraccio a te, alla tua piccola, e felicissimo Natale.

    • auradiluna ha detto:

      Eh, sì, mi ricordo che te l’avevo inviata questa storia 😀 Ho scoperto da un atto di matrimonio che si chiamava Carola Maria, purtroppo è morta nel 69 per cui non ci siamo proprio incontrate… Ma che bello avere degli oggetti ereditati da lei! Le statuine del presepe, poi! io ho una borsa che mi avevano detto essere sua, anche se mia mamma dice che invece era di mia nonna ma secondo me no 😉 Metterò una foto di questa borsa d’altri tempi!
      Verrò a leggere il tuo post d’altri tempi allora…sai che mi piacciono sempre!!
      Intanto auguri cara Alessandra!!!

  2. emanuela ha detto:

    i miei figli sono grandi, ma continuiamo a mantenere la tradizione dei pacchetti sotto l’albero….ho giò preparato tutto e tutto è stato accuratamente nascosto!
    a te ed alla tua bimba dedico le parole di uno scrittore, che faccio mie.
    ” voglio un natale con le lucine spente, ma con le persone accese”.
    un grande abbraccio, con tanto amore.
    Emanuela

  3. Pingback: Ricordo del mattino di Natale | tiptoe to my room

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