Gita a Vigevano – il Castello Sforzesco

Domenica scorsa era il compleanno di mio marito. Volevano festeggiare con un pranzo fuori e una piccola gita, e abbiamo optato per una meta a mezz’ora casa, Vigevano.

In particolare, il Castello. La giornata era freddina ma abbastanza buona da invogliare a una passeggiata. Quindi partendo dal ristorante in cui eravamo siamo entrati nel cortile del castello da una porta che non avevo mai visto (ero sempre passata dalla piazza Ducale)

Ecco il cortile del Castello Sforzesco20200126_151119-copia

 Ho letto che il Castello inizialmente era un borgo fortificato in legno, sorto prima del X secolo, e successivamente trasformato in castello prima dai Visconti e poi da Ludovico il Moro che – non lo sapevo – era nato proprio a Vigevano.
Il Castello comprende anche una strada coperta…

..da cui si può vedere la cattedrale di Sant’Ambrogio con la facciata barocca “posticcia”.

Infatti la chiesa originaria non era allineata alla piazza, che invece era uno slargo di ingresso al castello… per cui, per rendere la piazza funzionale alla chiesa, è stata realizzata una nuova facciata:

Proseguiamo il giro con la strada sotterranea…

…e con una passeggiata nelle scuderie

Per sbucare poi dalla scalinata principale sulla piazza Ducale e vedere la cattedrale e la sua facciata

…di certo torneremo a visitare anche le stanze interne del castello, la torre del Bramante (forse io no perché soffro di vertigini), il museo archeologico ma soprattutto il museo della calzatura che mi incuriosisce!!!

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Paesaggi surreali alle porte di Milano

..sembrano scenari tratti da qualche film sul Medioevo… ed ero semplicemente in coda in macchina verso Milano
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Buon lunedì

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Candelo e Oropa

Ricetto – Candelo

Nelle vacanze natalizie ci siamo goduti la casa (che è un modo carino per dire che non abbiamo fatto niente di entusiasmante :)) ) e qualche piccola gita, come questa nel biellese.
Avevo visto su internet commenti positivi su questo piccolo borgo medievale in provincia di Biella, Candelo, anzi il ricetto di Candelo, e così non ho resistito e un giorno abbiamo organizzato il tour candelo e Santuario di Oropa (che è a una mezz’ora di auto da lì).

Complice il fatto che anche la famiglia di un’amichetta della nostra piccola sarebbe venuta con noi, siamo “partiti” per questa “grande gita” 🙂 (un’ora secca da Milano!).

Il ricetto è davvero incantevole!

Dicevo, appunto, che la gita comprendeva anche una visita al Santuario di Oropa, che mi evocava lontanissimi ricordi di infanzia… L’ho trovato davvero maestoso, imponente! Peccato che fosse in ristrutturazione e quindi non visitabile, se non nella parte della chiesa antica con la Madonna Nera.

Ho scoperto però che da lì parte una funivia per andare in montagna ed in particolare ad un laghetto che vorrei vedere, il lago del Mucrone (per cui ci tornerò!!)

Per noi è stata una giornata bellissima e un vero toccasana!!!

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L’alba di oggi

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Natalia Goncharova a Firenze

Ho avuto la fortuna di andare a Firenze per un paio di giorni e di visitare una mostra che mi è davvero piaciuta, quella dedicata a Natalia Goncharova.
Si tratta di una pittrice russa che aveva aderito al futurismo, influenzata dal cubismo e dal raggismo ideato dal suo compagno Larionov.

I quadri che più mi hanno colpito, però, sono quelli che ripropongono le iconografie sacre russe, rivisitate in una chiave meno aurea e più “umana”… e per questo più volte è stata anche bandita dalle mostre, con l’accusa di raffigurare dei buffoni e non i personaggi evangelici…

..e anche le scene di vita quotidiana in stile russo mi sono piaciute tantissimo!

Mi ha affascinato molto questo mondo di cui conosco molto poco, quello dell’arte russa… il clima sembrava molto austero però sprizzavano mille colori dalle tonalità molto forti! Vorrei chiudere con questa fotografia “d’altri tempi” russa… bellissima. La pittrice è la prima a sinistra:

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Preludio al catechismo

Sabato mattina “abbiamo” iniziato il catechismo. Nel senso: c’era l’incontro con genitori e bambini, durante il quale i bambini hanno fatto una caccia al tesoro e a noi adulti veniva spiegato cos’è il catechismo e vi erano le testimonianze di alcuni papà di quanto fosse stato importante nella loro vita l’incontro con Gesù.

Ora: a me è pesato tantissimo uscire al sabato mattina (non vado mai neanche al mercato), ho la casa sottosopra, ed è il primo dei 2 giorni del week-end in cui me la posso prendere con calma. La piccola non voleva uscire nemmeno lei e mi sono dovuta anche arrabbiare per non arrivare in ritardo.

Eppure qualcosa mi ha lasciato questo incontro, e sono sincera, la cosa che più mi ha colpito è stato un avvenimento della vita del Don, dato che anche lui raccontava il suo incontro con Gesù.
Da piccolo aveva la nonna che era molto malata, di un male incurabile e all’epoca non era nemmeno possibile alleviare più di tanto il dolore.
Durante la malattia e negli ultimi momenti della sua sofferenza, ha espresso più volte il desiderio a Gesù che le sue pene venissero offerte a lui affinché uno dei suoi nipoti diventasse prete.
Ora, credo che solo a me abbia colpito l’immagine di questa donnina di una certa età e appartenuta a un’epoca ormai lontana per noi (ma non troppo, il parroco avrà 10 anni più di me), di questa donna che in preda a dolori fisici e consapevole della fine della sua vita, decide di offrire a Dio la sua sofferenza perché qualcuno della sua discendenza possa portare avanti cioè che evidentemente per lei era più importante, cioè divulgare la parola di Dio.
E’ una figura così lontana dalla nostra quotidianità da sembrare antiquata e fuori moda, una donna d’altri tempi, come quelle che piacciono a me.
Mi ricorda la nonna di una mia amica che da piccole ci intimava ogni mattina di “recitare le orazioni” davanti alla statua della Madonna di Lourdes e che cantava tutto il giorno canzoni di chiesa.
Persone che hanno visto da vicino la guerra, che hanno dovuto lottare, pregare per i propri cari. E che anche in fin di vita dedicano ai discendenti l’ultimo pensiero, che è un pensiero altruista, volere che un nipote vada per il mondo (o per i paesi limitrofi) a portare la parola che a lei ha dato tanto sostegno nella vita.
E mi ha colpito anche il don, che ha raccontato la sua personale vicenda a noi genitori. Pensate che tutti lo stessero ascoltando, o che tanti stessero parlando tra di loro?
Idem quando parlava la suora indiana. Non si sentiva nulla, avendo poi lei una voce flebile.
Alla fine, anche la mia bambina era contenta della caccia al tesoro, delle canzoni, delle amiche che c’erano.
Speriamo che il preludio sia di buon auspicio per questo percorso… su altro non mi esprimo per ora!

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Il Museo Egizio e quattro passi per Torino

Quest’anno come regalo per il mio compleanno io e mio marito siamo andati a Torino, un po’ a zonzo per la città ma soprattutto a visitare per la prima volta il Museo Egizio.

Ma che meraviglia!! Sono rimasta davvero sorpresa intanto dalla quantità di reperti presenti al museo, e poi… beh, fa sempre un certo effetto trovarsi facci a faccia con un pezzo di storia, e quella degli antichi egizi è davvero affascinante!
Abbiamo aderito a una delle visite guidate programmate dal museo, per fortuna, perché ci è piaciuto molto avere una guida esperta che ci accompagnava e ci raccontava i principali cambiamenti storici e ci illuminava sul cosa stavamo guardando!
Quindi ecco la mia carrellata egizia….

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Gli immancabili sarcofagi… in fotografia non si capisce la loro reale imponenza…

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Meravigliosi gli oggetti di vita quotidiana… nonché i cibi! pane, minestre… poi abiti, parrucche, perfino mutande!

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e poi le grandi statue!

Dopo 2 ore di visita guidata ed essendo ora di pranzo, abbiamo abbandonato il museo, che in realtà meritava un altro sguardo anche senza la guida… Però ci siamo gustati un po’ la città, da piazza San Carlo fino a piazza Vittorio Veneto e ai Murazzi.. con scorcio della Mole

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Passare lungo il Po davanti ai Murazzi mi ha ricordato una serata di tanti anni fa quando li avevo un po’ frequentati anch’io… in pratica sono dei locali ricavati da ex magazzini, ci sono anche dei centri sociali, dove se non ricordo male prima della 1 di notte non c’era anima viva… poi all’improvviso tutto si animava e c’erano fiumi e fiumi di giovani che arrivavano fino a piazza Vittorio Veneto! Che bolgia!!! 😀

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Scuola… e catechismo

La scuola è ricominciata. La piccola ha iniziato la seconda elementare e sicuramente la partenza è stata molto liscia, una naturale prosecuzione del percorso iniziato l’anno scorso.

Diciamo pure che non è cambiato quasi nulla: stessa aula, stessi compagni, stesse maestre, solo la maestra di matematica che essendo andata in pensione è stata sostituita. Perfino quella di religione sembra più simpatica dell’anno scorso (tranne che con gli alunni di 1° che sono stati sgridati già il primo giorno!).
Per il resto, anche le attività sportive sono le stesse e le ha riprese con voglia.

L’unico vero cambiamento sarà il catechismo.

Cambiamento per me, che mi devo fare forza per contrastare la mia naturale avversione per la Chiesa. Sarà un po’ una battaglia, per me. Intendiamoci: sono credente, ma non chiedetemi altro.

Semplicemente non frequento la Chiesa e il percorso del catechismo lo vivo come una forzatura (per me intendo, più che per mia figlia!). Chiedono la partecipazione dei genitori, e blablabla.
Direte: ma non è mica obbligatorio fare la Prima Comunione. No, certo.
Infatti, forse per me gliela farei anche saltare. Ma in famiglia alla fine abbiamo deciso così. Per quanto mi riguarda, è soprattutto per non escluderla da qualcosa che quasi tutti i compagni faranno. Mi interessa di più il percorso religioso, più che la comunione in sé.

Ricordo che quando ero alle elementari andavo sempre a messa con mio papà e vedevo quelli più grandi che facevano la comunione e mi sembrava un obiettivo da raggiungere, un sentirsi grande, anche.
Ma lei? Forse una volta ha visto il momento della comunione, a qualche battesimo o matrimonio.

La dico proprio tutta? Per me è un po’ un ripiego. Non ci sono altre strutture che offrano un percorso spirituale a dei bambini (strutture in cui io credo, ovviamente).

Per cui va bene così.
Farà il suo percorso, poi da grande deciderà in cosa credere.
Il mio problema è: non voglio andarci io!! Tutti ovviamente dicono che un percorso cristiano dev’essere tale, cioè qualcosa che ti accompagna nell’arco della vita, non solo per arrivare alla Prima comunione. E sono d’accordo. Cioè, sarei d’accordo se sentissi che questo è anche il mio percorso in cui vorrei far crescere mia figlia.
Il problema mio (e solo mio) è che il mio percorso è un altro, e non posso che dire che per me è un ripiego e che mi dispiace dover mandare mia figlia a una cosa che per me è di ripiego.

Quello che spero? Di potermi ricredere, di trovarmi bene. Di trovare la cosa stimolante e magari a misura di bambino (con la messa non so…).
Che sia meglio del percorso bigotto che avevano propinato a noi bambini degli anni ’70, fatto solo di obblighi e di presenza in chiesa, resa ancora più angosciante dalla mia maestra, di Azione cattolica, che immancabilmente ogni lunedì mattina ci chiedeva di cosa aveva parlato il Vangelo della domenica e dovevamo andare a uno a uno in fila alla cattedra a raccontarglielo nell’orecchio!!

:O

Vedremo come va… magari un giorno scriverò un post più positivo di questo sull’argomento… lo spero proprio.
Nel frattempo resto a guardare e anzi mi sto frenando dal frenare il tutto.

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Metti un giorno a Venezia…

…un giorno di sole, di caldo, d’estate, e metti di respirare quella brezza marina che ti fa già rilassare perché la associ a una vacanza.

Poi ti godi il tramonto dal mare e la vista è impagabile.
Ecco la gita veneziana di settimana scorsa, con visita alla Biennale.
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Una passeggiata a mezzanotte per piazza San Marco, animata solo da una turista giapponese che sembra una figura evanescente…

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La mattina seguente un sole splendente, il ritorno dell’estate dopo qualche giorno di freddo…

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E poi il vero motivo della gita: la visita alla Biennale… sempre un po’ scioccante, a tratti piaciuta, a tratti meno… I temi trattati andavano dal degrado ambientale alle discriminazioni di vario tipo, dai senzatetto ai messaggi ambigui che internet ci propina ogni giorno.

Intanto, entrando c’è questa opera in MARMO che io avevo prontamente classificato come spazzatura vera e stavo già per commentare qualcosa alla guida sull’italianità.. :))

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Segnalo solo alcune delle numerose opere esposte, come questa costruzione realizzata da alcuni bambini utilizzando il cemento derivato da centrali nucleari dismesse della Lituania (non contaminate)…

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…o questi “abiti” realizzati con piastrelle riciclate…

..E dall’ambiente passiamo alla solitudine dei tempi moderni sulla falsariga dell’Urlo di Munch…

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..e a questo “Facebook” insanguinato che ricorda un po’ Guernica
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Anche la fotografia era presente, anzi una delle tecniche che più apprezzo.
Questa è una carrellata di volti catturati nella vita notturna di Calcutta… un altro tema era l’emarginazione sociale

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Ed ecco una delle artiste che più mi sono piaciute. A prima vista può sembrare scioccante, ma rivela la forza interiore di questa fotografa, di questa ragazza che attraverso la sua arte si sta prendendo una rivincita sugli scherzi del destino. nata con una malformazione agli altri sia superiore che inferiori, a 9 anni decide di farsi amputare le gambe per poter camminare con le protesi, che diventano a loro volta opere d’arte dipinte da lei stessa.
Riuscirà a giostrarsi talmente bene sulle protesi che alcune hanno anche le scarpe con i tacchi. Una forza d’animo simile credo di non averla vista mai…

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Ecco poi qualche altra opera… una moto tagliata, delle sedie inconsuete e apparentemente instabili, una ragazza a grandezza spropositata, in posizione di sicurezza sul sedile di un aereo, realizzata con ..vestiti.

Chiudo la mia carrellata su questa Biennale dai contenuti forti, con un sorriso, non più in bianco e nero, e molto spontaneo

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Alla prossima!

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