“anche se l’ansia appartiene alla vita di ciascun essere umano,
non devi mai consentirle di condizionare le tue azioni.
[…] Se cercherà di convincerti che occuparsi di mille cose
significa vivere un’esistenza piena e appagante non esitare a dirle:
‘Devo contemplare le stelle per ispirarmi e svolgere proficuamente il mio lavoro’ “
P. Coelo, Il manoscritto ritrovato ad Accra
Ho letto questo libro, che sinceramente non mi ha entusiasmato più di tanto. E’ un po’ tipo “Il profeta” di Gibran come genere, ma meno incisivo.
Ma questa frase sulle stelle mi è rimasta impressa.
Quante volte cedo alla stanchezza, la sera, quante volte ho altre cose da fare, che, anche se non penso che mi rendano l’esistenza piena e appagante, vivo come dei doveri che vanno messi davanti a tutto… e invece poi mi ritrovo a non “contemplare le stelle”, a non avere tempo per le cose belle, per stare in pace, tra me e me.
E intendo anche la meditazione, il sentire se stessi, il restare ad ascoltare.
Per poi trovarsi più inariditi, ancora più stanchi, con mille pensieri e ansie…?
Quante volte?
Sembra che lo stesso consiglio mi stia arrivando da più parti.
Ho riaperto Donne che corrono coi lupi (C. Pinkola Estés) e al capitolo 9 parla del “ritorno a casa”, intendendo con “casa” il riconnettersi con la propria anima:
“molti sono i modi per tornare a casa: alcuni profani, altri divini. Rileggere passi di libri o poesie; passare qualche minuto in riva al fiume; sedere sotto il portico a rammendare qualcosa; camminare senza meta; salutare il sole che sorge; pregare; tenere in braccio un bambino piccolo; aprire le mani sotto la pioggia; contemplare la bellezza, la grazia, la commovente fragilità degli esseri umani.”
Come quando si fa benzina e si ha carburante a sufficienza per un po’.
O come quando si entra nella meditazione.
Si arriva ad un punto, poi, in cui anche nel quotidiano si percepisce tutto da un’altra angolazione, con una consapevolezza in più.
Questo vorrei ritrovare, ora.
Non so perché ma mi ritrovo perfettamente in linea con quanto scrivi… mi sono anche venute in mente alcune pagine del mio Calvino (“La contemplazione delle stelle”, da “Palomar”).
Bellissima l’immagine finale: è tua?
Un sorriso…
Devo decisamente rispolverare Calvino allora! Con “Palomar” mi hai risvegliato un ricordo del biennio al liceo… (ricordo indefinito però!!)
Sì, la foto è mia, mi piacciono le congiunzioni astrali 😀
Foto davvero bella. Calvino è uno di quelli che ho letto e approfondito di più; a ottobre ho persino festeggiato il suo novantesimo compleanno come grande ospite di una piccola conferenza 🙂
Caspita!! Io di lui ricordo con molto piacere Le città invisibili e, anche se molto diverso, la giornata d’uno scrutatore.
Wow! Altre cose in comune. Io credo di averli adorati tutti: tutti i romanzi e tutti i racconti. “Le città invisibili” è stato il primo ed è stato subito amore 🙂
ero andata anche a quella mostra sulle città invisibili che c’era stata alla triennale anni fa.. bellissima! 😀
Condivido in pieno. Ogni tanto secondo me bisogna fermarsi a rivedere le proprie priorità nella vita, spesso invece mi sembra di inserire il pilota automatico ..
Sì, troppe volte si tralasciano le cose importanti… ma non è facile, anzi trovo che trovare il proprio spazio e tempo, con i bimbi piccoli, sia così difficile… penso che non dobbiamo arrenderci però! 😀